Barcellona, Napoli, Marsiglia
Vi parlo di domenica davanti a un caffè. Tre città per un'idea sul noir mediterraneo.
#città | #società | #culture
Qualcuno dovrà pur segnalare una corsia d’emergenza in cui rifugiarsi dal loop di info, gossip, commenti, opinioni su Sanremo. Ecco, questa domenica mattina è proverbiale: favorisce la luce giusta per intravedere la segnaletica con cui trovare la corsia. Coi libri noir, poi, si può sostare anche oltre il tempo lecito. Che sollievo! Parliamo della Spagna, nazione amica e parente. Parliamo del genere giallo, nella sua molteplicità, da una prospettiva “a tre”.
Spagna e giallo, se intrecciati, sono la via maestra ad una libreria cospicua per produzione e creatività: ne fanno parte autori amatissimi come Manuel Vázquez Montalbán (1939-2003), Jaume Foster (1945-1998), Maria Antònia Oliver, Alicia Giménez Bartlett (1951). Se poi alla Spagna addizioniamo Italia e Francia, guardiamo al genere noir con altra prospettiva: quella dei triplici immaginari che si sovrappongono come in un gioco di ruoli in cui ogni parte è intercambiabile. Ancora più curioso se a giallo-Spagna, e poi giallo-Spagna/Italia/Francia, ci ubichiamo direttamente a Barcellona, a Napoli, e a Marsiglia. Tre città contraddistinte per una cosa tra tutte: la presenza del porto. La sovrapposizione tra città portuali non è di certo opera mia ma il fil rouge su cui è stata costruita l’ultima edizione di BCNegra, il festival interamente dedicato al genere poliziesco in corso a Barcellona.
Ma quali sono, per me, i tratti salienti della così definita in spagnolo novela negra? A partire dalle tre città che hanno ispirato il festival, suggerisco una sintesi per punti che inquadra le intimità del noir mediterraneo.
#1 | Il sud a nord del Mediterraneo
I polizieschi ambientati al sud sono tra i più amati. Barcellona, Napoli e Marsiglia sono città mediterranee per eccellenza (laddove per Mediterraneo si intende del nord e non del Mediterraneo in generale). I paradossi culturali di cui sono espressione non spaventano, al contrario, vengono interiorizzati e finiscono per appassionare. Funzionerebbe Pepe Carvalho, il detective più famoso della Spagna, se fosse rimasto in Galizia? Perché Salvo Montalbano è siciliano? E poi, c’è Fabio Montale: si destreggia come un vero marsigliese tra le vie della città ma è originario, nientemeno che, di Castel San Giorgio (Campania).


Le città Barcellona, Napoli e Marsiglia, città portuali, mostrano i loro tratti cosmopoliti e multiculturali. Un mosaico di civiltà che si compone e scompone nei quartieri, ben stratificato nei monumenti. La loro storia presente non smette mai di comunicare con il passato. Questo aspetto è in grado di renderle sincretiche ma anche malinconiche. Allo stesso tempo, persiste un senso di territorialità molto forte che trasuda dai protagonisti dei polizieschi a cui, anche per questo, è difficile non affezionarsi. Mi è capitato di chiacchierare sul fatto che i lettori del Commissario Montalbano provino quasi un’invidia genuina per quel forte senso di identità che loro amerebbero sperimentare. La dicotomia tra cosmopolitismo e forte identità, come gli altri paradossi delle città del sud, non si manifesta nella contraddittorietà di fondo dei due concetti ma nella sintesi armoniosa dei personaggi-detective: hanno il potere inspiegabile di incarnare, tutti insieme, i tratti più bizzarri di quei luoghi. E piacciono per questo.
Il porto rappresenta una certa identità ma anche un mosaico di culture.
Jean Poncet
#2 | L’epica del vero o la cronaca di una città
Barcellona, Napoli, Marsiglia sono anche “città di frontiera”, tristi tradizioni di commercio illegale. La criminalità si aggira anche tra le zone dei quartieri portuali appetibili per la loro prossimità ai flussi di commercio e agli arrivi dal mare. Di storie malavitose e cronaca nera la stampa nazionale ne ha fatto un cavallo di battaglia imponendo spesso una narrativa che non restituisce il fenomeno per quello che è ma favorisce semplici parallelismi tra malavita e città del sud. In Italia, i casi clamorosi sono quelli di Napoli e Palermo. Il genere giallo, pur trattandosi di un espediente letterario, è un binario parallelo con cui osservare questi fenomeni e i loro protagonisti di fatto vengono fuori dalle penne di chi ha ancora una coscienza di classe. Il poliziesco diventa un pretesto per dire cose che altrimenti sarebbero più difficile da comunicare anche in termini politici. Nei racconti affiorano fenomeni sociali emergenti.
Il giallo come forma di denuncia sociale. Esplora temi che hanno a che fare con la psiche umana.
Margarida Aritzeta
#3 | La liaison con la cucina
Clima, il piacere di vivere, uno stile di vita. Che pazzia sarebbe non accompagnare tutto questo ad una buona cucina casereccia? Unta e con note al limone. Croccante e bruciacchiato ai bordi, di qualsiasi piatto si tratti. Pane caldo da inzuppare alla salsa. Il prezzemolo per colorare. Pepe e Salvo, Barcellona-Vigata, sono due amanti della buona cucina che non ha nulla a che vedere con l’alta cucina. Tra le pagine annusiamo quei piatti che, a buon diritto e con variazione proprie, sono la ragione della sosta in strada a Napoli, a Marsiglia. Il pesce, fatto nei modi più succulenti riconnette al mare. Il potere evocativo di alcune tradizioni delle città mediterranee, come quella culinaria, è un evergreen del genere noir e un asso nella manica degli scrittori più noti che si sono dedicati al poliziesco.
#4 | Politicamente corretto? Che cosa?
Fabio Montale, il Commissario Ricciardi, ancora Pepe e company non hanno nulla a che vedere con il politicamente corretto. Non si tratta neanche della destrezza con cui gli scrittori fanno attenzione a non inceppare in casini tematici di ogni sorta. Quanto della ‘spontaneità’ con cui i personaggi sfuggono ad ogni categoria, andando oltre a esse. Il lettore, d’altro canto, è naturalizzato alle espressioni, i modi di pensare e di vedere dei protagonisti dell’anti-crimine mediterraneo, forse è anche adulato dalla bontà che dimostrano. L’umorismo aiuta, aiuta ai vari Salvo Montalbano nel districarsi argutamente e con disincanto tra le questioni ‘più grandi di noi’. Il pubblico del giallo, in definitiva, è intelligente. Fa una differenza pragmatica tra quello che è comunque un personaggio letterario e quelli che sono i temi caldi della società.
#5 | Successi televisivi
Non si potrebbero spiegare i successi di serie televisive poliziesche ispirate ai romanzi del noir mediterraneo se non si considerano stile di vita, paesaggio e cultura come fattori imprescindibili. Tuttavia, ci torna utile parlare di sincretismo e malinconia perchè credo questi elementi funzionino particolarmente una volta trasposti in televisione. Giallo e serie sono una combo di indiscusso successo. Il sincretismo mediterraneo, in particolare, offre scenari magnetici in cui intercalare le vicende delle personaggi. Luoghi a cui è facile appassionarsi. Dire pittoreschi ha un che di stucchevole e non restituisce l’idea di angoli a volte tetri che faticosamente potrebbero essere comparati a uno scorcio da cartolina. Allo stesso tempo ogni angolo è un ponte diretto con il passato, e il mare poi “quando non si ha nulla, […] è già parecchio” scrive Izzo in Chourme. La sua creazione di successo Fabio Montale cammina tra le vie di Marsiglia facendo letteralmente innamorare anche i disillusi al quartiere le Panier, o al Vieux-Port.
No ai romanzi gialli scritti esclusivamente per andare in televisione!
Enrico Ianniello
Concludere con la Marsiglia di Jean-Claude Izzo ci è utile. La storia di questo scrittore, alla fine, ci impone quella connessione e il parallelismo tra Spagna, Italia e Francia con cui avevamo cominciato. Figlio di immigrati, Izzo era marsigliese di nascita ma campano per parte di madre e spagnolo per parte di madre. Una sintesi naturale di questa pagina noir.
Riflessione molto profonda su un tema intricato e complesso. Peccato che Rocco Schiavone, peraltro romano, sia finito in Val d'Aosta a infradiciarsi le scarpe...