Da turista selvaggio amo il colore
Vi parlo di domenica davanti a un caffè. È bellissimo poter scattare un momento in viaggio ma è solo il pittoresco-e-basta che ci interessa?
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In estate una supposizione su turismo, colori e fotografie a partire dal nuovo volto di Notting Hill

Il fatto che a Notting Hill si sia deciso di tingere di nero le case per cacciare influencer e turisti sottintende che casettine colorate, pittoresche certo, in serie bastino per saturare un luogo? In un certo senso potrebbe essere una banalizzazione, in un altro è una constatazione reale.
Da quando il foto-turismo ha la meglio sul turismo e basta, certi luoghi, particolarmente pittoreschi, già mete di viaggio privilegiate per la loro bellezza, hanno avuto una carta in più da giocarsi: i colori. Paradossale o meno, il colore è senza dubbio un elemento di attrazione e “la città a colori” piace. Penso alla Costiera Amalfitana, alle Cinque Terre in Liguria, Bosa in Sardegna, Burano in Veneto, Ponza nel Lazio.
Cosa si scopre oltre quella facciata di pittoresco? Oltre quel volto grazioso, in palette, nostra prossima storia (scatto, luogo, menziono, posto)? Si potrebbe vedere tanto: storie antiche che intrecciano artigiani locali e maestrie del passato.
La Notting Hill di Hugh Grant e Julia Roberts
Nomini Notting Hill e sono subito gli anni 90. Se sei di quell’annata lì, o se eri già più che grandotta/o, vuoi che ti ci catapulti? Alcatel in tasca, in giro per casa ricariche telefoniche Omnitel con 50.000 lire di traffico, “Esplorando il corpo umano” in libreria, un Tamagotchi nuovo di pacca o il nuovo Game Boy in arrivo. Le notti magiche di Baggio e Schillaci.
Nel 1999 il cinema aggiunge al mito di Notting Hill, storico quartiere di Londra, mercato a cielo aperto, a grande vocazione turistica per la sua Portobello Road, l’ennesimo tassello che ne decreta l’assoluta popolarità: esce l’omonimo film. Dalla regia di Roger Michell e sceneggiatura di Richard Curtis, un venditore di libri londinese (Hugh Grant) stravolge la sua semplice vita dopo l’incontro con la più famosa star del cinema del mondo interpretata da Julia Roberts.
Hugh Grant passeggiava per Portobello Road (tra mercatini, negozi di antiquariato e caffè) e si respirava già quell’aria bohémien autentica e viva. Un quartiere dal suo proprio ritmo, quello, ribelle a suo modo.
Ora Julia Roberts ha deciso di negarci il sequel della storia ma questa è un’altra storia.
Insomma, con questi presupposti, poco meraviglia l’evoluzione di Notting Hill da allora ad oggi. è uno dei quartieri più ricercati della città dove i negozietti vintage hanno fatto largo alle grandi catene e il mercato di Portobello Road da negozi internazionali ed esclusivi.
Fotografare per ricordare, fotografare per postare
Il discorso del foto-turismo che ha scatenato la reazione dei residenti del quartiere londinese non è che l’ennesima sfumatura della massificazione turistica ma non nei termini in cui siamo abituati ad inquadrarla.
Un luogo oggi non è semplicemente visitabile, è “instagrammabile”: ciò significa che nella concezione di quel posto come attrazione turistica, l’idea che le persone arriveranno lì a fotografarlo per poi postare quella foto su IG - lungi dall’immaginare fosse diventata una piattaforma commerciale in cui a tutti gli effetti si vende, Instagram, ricordiamolo, nasce come social media del racconto per immagini - spesso ci si ritrova ad “adibirlo” al fine di scattarvi foto.
Non è raro che, stranamente, la street-art possa essere messa a servizio di questa strategia d’attrazione; a partire dalla figura/immagine che si concorda di dipingere, una persona potrà posizionarsi al centro o ai lati della stessa, dipende, per potersi scattare la foto del secolo in quell’angolo della città.
È bellissimo poter scattare un momento in viaggio, il desiderio di farlo era tanto vivo oggi con gli smartphone quanto allora con la usa e getta. È la finalità che cambia. Pensiamo all’idea superata di dover sviluppare il rullino dal fotografo o stampare le foto per poi raccoglierle in un album e custodirlo tra i cassetti di casa per tirarlo fuori all’occorrenza: timidamente ad un’amica rimasta più a lungo a cena, ai tuoi fratelli per ridimensionare il loro ego da adulti (hai le prove di quanto si sbavano ed erano buffi da piccini)…
Nell’era della “riproducibiltà tecnica”, come la definì il critico culturale Walter Benjamin nel suo più illuminante saggio “L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica”, la fotografia ha cambiato l’arte, e la fotografia, questa esatta frontiera della fotografia, sta cambiando i luoghi.
Ritornando sulle finalità, prima era un fotografare per ricordare ora, spesso, è un fotografare per postare.
È il pittoresco di per sé che interessa
Lasciamo agli altri ogni presa nostalgica e salutiamoci esercitandoci su una semplice comparazione. Anche io, nel mio piccolo, ho girato Napoli con la usa e getta, e Napoli con lo smartphone. Ho notato che la città stessa è molto più “fatta per lo smartphone”: non capita di rado di vedere in un rinomato baretto, all’angolo di un quartiere popolare, dentro un museo, nel bel mezzo di un evento culturale, in riva a mare quel luogo allestito ad hoc per la foto da postare sui social.
Una schiera di casette colorate, se vista in sequenza all’interno di un album di foto dove non c’è alcuna coerenza estetica ma solo il desiderio spassionato di posizionare liberamente uno scatto dopo l’altro, non risponde a chissà quale criterio. Quello stesso angolo pittoresco se scattato col filtro giusto, colori ancora più vividi, e postato in quella pagina di presentazione così attrattiva che è il tuo feed di Instagram assume un valore estetico incredibilmente superiore. Il pubblico, peraltro, si ampliato: è composto da almeno un centinaio di follower se ti sei presa la briga di porre una restrizione o hai impostato il tuo profilo privato. Da migliaia di esse se non hai fatto nessuna delle due cose.
Il rituale, prima, era completamente diverso e per certi versi più “potente”, tanto che negli ultimi tempi sono sempre di più le aziende che offrono il servizio di creare degli album personalizzati proprio a partire dalla valanga di foto che postiamo sui social e dimentichiamo lì. L’idea, carina, è quella di non perdere quegli scatti di vita nell’oblio del web.
È il pittoresco in se, aldilà di qualsiasi altra cosa, che si tratti di una casa a Ponza, Bosa, Burano o a Notting Hill, ad interessare. Da turista selvaggio amo il colore, e lo amo così. Tutti, più o meno consciamente lo sappiamo. Non basterà forse acquistare latte di nero per fermare valanghe di turisti?
📌 | Spunti da spuntare
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“Notting Hill, 25 anni dopo il film di Hugh Grant e Julia Roberts, il quartiere che non ha mai smesso di reinventarsi” | di Ana Salvà (2025) | EL PAÍS
“Ecco perché Julia Roberts ha detto no a una reunion di ‘Notting Hill” | in Rolling Stones (2024)
Storia Portobello Market | pagina ufficiale Portobello
“Pittoresco” etimologia e significato | in Treccani
“L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica”, Walter Benjamin 2022