#8 I capelli | Scritto insieme
Vi parlo di domenica davanti a un caffè. Nessun taglio è davvero solo estetico, i capelli ci raccontano da generazioni: religione, sensualità, protesta, insicurezze.
Li nascondiamo per fede, esibiamo per sedurre, tagliamo per ribellione o solo per gusto. Che cosa ci passa per la testa quando si tratta di capelli? Alessandra e io ce lo siamo chieste: dal racconto biblico di Sansone, al carrè di Rihanna negli anni 2000, poi il corto del fumetto “Valentina”, le ciocche per la giovane iraniana Mohsi Ahalani e la trasformazione di Giovanna d’Arco finita al rogo come la giovanissima Jeanne. Siamo passate anche per il cinema per finire ai parrucchieri di quartiere: ne abbiamo trovato uno, forse l’unico, che si è rifiutato di tagliare!
S. I capelli biologicamente non servono, potremmo anche vivere senza. Ma per noi sono tutto. Un marchio di bellezza; un senso di vergogna. Tagliarli è un atto di protesta. I capelli colorati possono rappresentare intere generazioni. Se coperti, simboleggiano il rispetto di alcune pratiche religiose. E così via. C’è molto più di una spazzolata dietro una capigliatura, c’è storia e mitologia. A te, Alessandra, cosa viene in mente?
A. I capelli? Che tema affascinante, certo non frivolo. Per prima cosa mi viene in mente la figura biblica di Sansone, le cui gesta vengono raccontate nel libro dei Giudici. Portava i capelli lunghi, nei capelli stava la sua forza. Dalila lo consegna ai nemici, i Filistei, che lo radono e lo legano alle colonne del loro tempio 🏛️. I capelli ricrescono e lui con uno scossone fa crollare tutto, pronunciando la famosa frase “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Capelli uguale forza.
Capelli uguale sensualità femminile, anche, non sarà un caso se tutte le religioni li fanno sempre coprire, e non soltanto le monoteiste. Dovevano velarsi pure le donne greche, le romane. Le ebree ortodosse quando si sposano si tagliano i capelli e mettono la parrucca; il velo islamico è argomento di ampio dibattito; la religione cattolica ha tolto l’obbligo del velo in chiesa solo dopo il Concilio Vaticano II e le suore lo portano ancora. Insomma, sai che c'è? A me piacciono i capelli corti 💇♀️.
S. Ti ho conosciuta col taglio corto! Li hai sempre portati così? I capelli corti, effettivamente, hanno saputo “ritagliarsi” il loro momento di notorietà in ogni epoca: penso adesso alla mia adolescenza, non così lontana, in cui il caschetto, o meglio il carré, batteva tutti gli altri tagli. Tra i Millennials, il 2007 è ricordato come anno fatidico per un “evento” di musica pop relazionato proprio al successo del carré: esce il nuovo singolo di Rihanna, Umbrella ☂️. Lei Balla e canta con un esercito di ombrelli che la circonda, sotto una pioggia fluorescente, il suo caschetto asimmetrico ruba la scena alla coreografia. Esprime sensualità? Lo fa.
Già la contrariata e affascinante Valentina di Guido Crepax aveva anticipato la moda. Non è così? Era il decennio degli anni 60, tu avrai potuto captare lo spirito di quei ferventi anni molto più di me. Il taglio di Valentina, quella frangetta, è forse il coraggio di esprimere la donna che era.
Tagliare i capelli è interpretato come dimostrazione di coraggio, un coraggio che io non ho mai avuto fino in fondo. Ahahah. E il linguaggio veicola questo significato occulto: darci un taglio, si dice, per l’appunto quando si prende una decisione coraggiosa e radicale. Anche quanto raccontato dalla cronaca sulla morte della giovane iraniana Mohsi Ahalani è parziale se non lo si legge con la simbologia del taglio dei capelli come segno di protesta postuma.
Malena, nell’omonimo film di Tornatore, dopo essere stata vessata dal paese intero, fa un cambio radicale: il suo personaggio si trasforma e da dove comincia? Da un taglio di capelli netto, disarmante e da una tinta color rosso 🔥. È chiaro che i capelli hanno un significato che va oltre l’estetico. Tocca le corde più intime del nostro “io”, penso adesso alla perdita dei capelli…
E, scusami se mi permetto un’altra considerazione: il caschetto, il carré, per noi estimatori del corto, NON significa capelli corti, non è un’opzione. È un ibrido, difficilissimo da portare checché si creda, tra il capello lungo e quello corto, è volere e non potere, è mancanza di coraggio per darci davvero un taglio.
A. E senza scordare Giovanna d’Arco, e l’iconografia guerresca che la rappresenta sempre con i capelli cortissimi. Tra l'altro, e scusami se vado un attimo fuori tema, dovremmo ricordare più spesso che la buona Jeanne, nata nel 1412, bruciata sul rogo nel 1431 a 19 anni, fu santificata solo nel 1920. Ci hanno messo questa bazzecola di 500 anni per farlo. Sarà stato per i capelli corti che lei portava 😁?
E, scusami se mi permetto un’altra considerazione: il caschetto, il carré, per noi estimatori del corto, NON significa capelli corti, non è un’opzione. È un ibrido, difficilissimo da portare checché si creda, tra il capello lungo e quello corto, è volere e non potere, è mancanza di coraggio per darci davvero un taglio.
Mi chiedi se io ho sempre portato i capelli corti. Da piccola sì, poi, ragazza degli Anni Settanta, li ho fatti crescere fin quasi al sedere, e così mi ricordano i compagni del liceo, ancora mi parlano dei miei lunghi capelli biondi. Poi mi sono stufata, e di botto ho tagliato: corto vero, niente caschetto. Ho provato qualche volta a far ricresce i capelli: ma, o non mi piacevo io, o non mi piacevano i capelli. Perché quando uno ha i tratti del volto regolari, diciamo pure gradevoli, perché li deve offuscare con la chioma? Inoltre, e correggimi se sbaglio, ci sono in giro tanti di quei capelli lunghi mal tenuti, brutti, spezzati, che meglio sarebbe tirare via tutto.
Detto questo, è ovvio che io la faccio semplice, ma per tutti i motivi che abbiamo detto prima, i capelli sono simbolici di tutto, e funzionali alla sessualità. E insomma: devo andare dallo psicologo 🛋️?
S. Wow, mi hai fatto fare un viaggio all’indietro, parecchio all’indietro, senza neanche muovermi.
A questo punto, però, mi verrebbe da dire che il modo in cui portiamo i nostri capelli, a che altezza li lasciamo scivolare nelle nostre spalle, è talmente intrinseco nei nostri pensieri, nelle nostre intenzioni di piacerci e presentarci al mondo che forse dallo psicologo dovremmo andarci tutti! Ma non lo facciamo, e va bene così a volte: tenerci le complessità e imparare “artigianalmente” a dialogare con esse.
Hai anche fatto un ritratto simpatico e un po’ goffo di chi ama i capelli lunghi ma odia curarli, entrando io stessa nella casistica mi hai strappato un sorriso. Mi appello al fatto che coi capelli, ma non solo, ad un atto impetuoso di ribellione la società dolcemente spesso ci addomestica. Ti ricordi l’unico parrucchiere in cui andammo una volta insieme? Mi disse categoricamente di no al taglio corto anche servendomi nel piatto una giustificazione poetica: proteggere lo sviluppo del mio colore naturale lungo il capello. E allora che ognuno protegga il suo di “colore”, anche rinnovandolo se è il caso 🌈!
A. Davvero! Mai trovato un parrucchiere che, esortato a tagliare, non taglia. Ma quella volta sì: il grande Elio restò affascinato dalle tue chiome dal bel colore, vietato toccare. E a proposito di chiome, ti dico un’altra cosa buffa. In un altro “Scritto insieme” avevo vantato l’origine del mio cognome, Comazzi, che poteva derivare dalla radice "cum", comunicare, millantando il fatto che io avessi dunque la comunicazione nel sangue. Ma se invece Comazzi derivasse dall’aggettivo “comatius”, cioè dalle lunghe chiome 😍?
E il cerchio si chiude. Buon mese di luglio a tutte e a tutti, con i capelli al vento o rasati o a metà, siamo bellissime e bellissimi sempre!
Noi ci mettiamo passione, tu la tua. Trovi altri contenuti di “Scritto insieme” sul nuovo profilo IG di speakonsunday. Rispondici lì o commenta sotto: a te, cosa passa per la testa quando si tratta di capelli?